Nato a Trino nel 1948 ha lavorato per 34 anni come operaio di squadra Enel distribuzione a Biella, Vercelli e Trino.
E' stato caporale dei granatieri e Amministratore comunale a Trino del 1975 al 1989.
E' sposato e ha due figli, un maschio ed una femmina.
Attualmente ricopre la carica di presidente dell'ANPI di Trino e continua la sua importante opera di ricercatore di storia locale
pubblicando molti libri legati al nostro territorio e alla sua storia recente.
Ha messo a disposizione gratuitamente per questo portale, alcune delle sue pubblicazioni per permetterne una maggiore diffusione
tra i trinesi e a chi, come lui, ha la passione per la storia di Trino.
Possiede inoltre una delle più grandi raccolte di pubblicazioni su Trino che ha permesso di realizzare il catalogo pubblicato
su questo portale web.
pagine di ricordi e fantasie Tanti anni fa, nel 1959, in una particolare circostanza che si chiarirà leggendo, ebbi modo di attraversare la mia Trino percorrendo quello che si chiama il decumano (corso Cavour, da ovest a est). Come è normale che succeda quando si percorre una via, si incontrano persone e luoghi operosi che determinano la vitalità di un paese. Oggi molte di quelle persone e molti di quei posti non ci sono più, per ragioni di età, di cambio di attività o a causa di modifiche urbanistiche, ma mi piace pensare che sia bene averne ricordo, almeno per coloro che allora c’erano
E' il 1938 quando Adriano Muggia, medico ebreo trinese, viene licenziato dall'ospedale di Casale. Intuisce la gravità della situazione e decide di emigrare in Australia, dove ricostruisce la sua vita lontano dagli orrori dell'olocausto e dalla follia nazi-fascista. Finita la guerra, nel 1946, rientra in Italia e ritorna alla sua occupazione in ospedale. Morirà nel 1979 sentendosi un miracolato. E' sepolto nel cimitero ebraico di Trino.
dai manoscritti di Davide Fossarello. Le vicende di due famiglie negli anni delle rivolte, delle guerre, del fascismo, dei riscatti, della Liberazione. Pubblicazione curata con la collaborazione di P. Ferrarotti e G. Gianotti